L’essenza spirituale della lotta laica del bene contro il male

10.08.2024

Nei messaggi ricevuti dai contattisti, vedi Eugenio Siragusa e Giorgio Bongiovanni, si fa spesso riferimento a degli esseri umani definiti "giusti". Questi uomini a volte non rientrano nella categoria di coloro che fanno parte di ambiti e gruppi spirituali o religiosi, ma esprimono la loro azione e il loro valore in istituzioni laiche dove espletano la loro lotta contro il male che devasta il mondo, Italia compresa.

Ovviamente, per quanto riguarda la nostra nazione, ci stiamo riferendo in particolare ai magistrati che lottano contro l'organizzazione criminale mondialmente conosciuta come "Cosa Nostra" senza, peraltro, escludere la "'Ndrangheta" e gli altri gruppi criminali che flagellano il nostro paese. Non sono tantissimi i magistrati che svolgono questa battaglia con vero spirito di servizio ed efficacia ma, fortunatamente, esistono e certamente possiamo annoverare questi uomini e donne nella categoria dei "giusti" a cui si riferiscono i messaggi sopra citati.

Va anche aggiunto che già Papa Wojtyla, circa 30 anni fa, nella Valle dei Templi di Agrigento, lanciò un forte anatema contro i mafiosi, riconoscendoli quindi come una espressione del male che si contrappone ai valori del cristianesimo. Queste furono le vibranti parole che pronunciò Giovanni Paolo II il 9 maggio del 1993, a meno di un anno di distanza dalle stragi di Capaci e via D'Amelio: "Una volta Dio ha detto: 'Non uccidere'. Nessun uomo, nessuna associazione umana, nessuna mafia può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio… Nel nome di Cristo crocifisso e risorto… mi rivolgo ai responsabili: convertitevi. Un giorno arriverà il giudizio di Dio".

Successivamente, il successore Papa Francesco, fu ancora più esplicito nella spianata di Sibari a Cassano all'Jonio, nel 2014, quando aveva scomunicato pubblicamente 'ndranghetisti e mafiosi. La frase non prevista nel discorso ufficiale fu pronunciata a braccio dal Pontefice, ma non lasciò adito a fraintendimenti: "Coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati". E a presenziare al rito della messa in cui il Papa pronunciò questa fatidica frase vi erano ben 200.000 fedeli. Dopo, nel 2021, sempre per volontà del Papa argentino è stato istituito in Vaticano un gruppo di lavoro a cui partecipano l'ex procuratore Pignatone e il prete simbolo della lotta del Clero contro la Mafia, don Luigi Ciotti. Con questa iniziativa la Chiesa vuole certamente fare un salto di qualità nell'impegno contro le organizzazioni criminali, rendendo ancora più forte la scomunica papale nei confronti dei boss, scrivendola nero su bianco all'interno del diritto canonico e del catechismo.

Questi fatti, perciò, pongono chiaramente queste organizzazioni e coloro che tentano di sconfiggerle, magistrati compresi, all'interno del contesto della lotta del bene contro il male e quindi, le danno una connotazione anche religiosa e spirituale. Non deve quindi stupire che dalle sfere extraterrestri e divine possano arrivare messaggi che, seppure senza fare nomi e cognomi, si riferiscono proprio anche a quei magistrati che combattono le organizzazioni criminali, uomini coraggiosi che rischiano la vita in questa cruenta battaglia che, in fin dei conti, rappresenta una vera e propria guerra contro "l'anticristo" che domina il mondo e che si serve di queste organizzazioni criminali come braccio armato per mantenere il suo dominio sull'umanità.

I giudici Falcone e Borsellino, che hanno dato la vita in questa lotta, possiamo quindi considerarli dei veri e propri "Santi laici". Negli anni le minacce di morte da parte delle organizzazioni criminali verso questi uomini sono proseguite e i nomi di questi uomini sono stati riportati nelle cronache giudiziarie e giornalistiche. Recentemente, una ennesima minaccia alla vita è arrivata ad uno di questi personaggi che da anni combatte per portare alla luce la verità sui crimini più efferati compiuti da "Cosa Nostra" in Italia e anche sui collegamenti con oscuri personaggi ancora da identificare, che vengono comunemente definiti "mandanti esterni".

Ed è in questo contesto che Giorgio Bongiovanni ha ricevuto il messaggio che vi presentiamo a seguire e che definisce questi valorosi esseri umani come: "I GIUSTI INVIATI DAL PADRE" e il cui testo conferma l'aspetto spirituale di questa battaglia. Questa, alla fine, vedrà certamente la definitiva sconfitta del male ad opera di forze umane, cosmiche e divine al cui apice si pone la profezia della seconda venuta di Cristo, del giudizio dell'umanità e del "Principe di questo mondo" e, infine, dell'instaurazione del Regno Promesso.